Sulle sponde del Naviglio Martesana (via Amalfi) fino alle Tre case, erano appostati i partigiani, ben armati. Transitava per via Padova un’autocolonna tedesca in ritirata proveniente dal centro di Milano e diretta al Brennero. Sul ponte avrebbe trovato la Resistenza Partigiana e le perdite di vite umane sarebbero state tante da ambo le parti. Don Enrico allora si pose il problema di come avrebbe potuto fare per salvare i suoi ragazzi. Senza un attimo di esitazione si fece incontro alla colonna tedesca, con le braccia alzate, armato solo della sua fede cristiana. Parlamentò con l’ufficiale tedesco chiedendo che non venissero sparati ulteriori colpi, dicendo loro che i partigiani li avrebbero lasciati passare senza sparare, purché deponessero le armi. Così fecero e Don Enrico con questo suo intervento salvò molte vite umane da entrambe le parti. Sul ponte del Naviglio Martesana, in P.za Costantino, rimane la pittura della “Madonna della Liberazione” da lui voluta a ricordo perenne di questo storico fatto.

 

 

Nel suo diario scriveva

“Quando il 25 aprile u.s., nella sparatoria contro quell’autocarro tedesco mi sono avanzato verso il ponte per raccomandare la resa, ero armato solo di una Ave Maria. E tutto finì bene, nonostante il gravissimo pericolo, mio, d’esser colpito, e della popolazione, se lo scontro fosse continuato. Anche in quel fatto la Madonna prese l’iniziativa di tutto. Bisogna che questo si sappia.”

Il ricordo di un compaesano

25 aprile 1945 – el dì de la liberasiun: l’era quasi sera e i partigiani – che seren sistemà in via Amalfi adree al navili – sparaven de brutt per fermà una culonna de tedesch. El Don Enrico l’ha capì che la facenda la pudeva metes mall per tucc e alura per evità el pegg lè andà de cursa in sul punt del navili cunt un fasulett bianch e cunt i mann alsaa – in modo che pudeven vedell sia i partigiani che i tedesch e – quasi per incant – la sparatoria l’è finida.