La carità suprema dell’unità

Pubblichiamo il testo dell’omelia di Don Franco al funerale di Don Arnaldo.

Santa Maria Rossa in Crescenzago, sabato 1 giugno 2024

Alcuni I’hanno incontrato come amico, tanti come un padre, per me e altri più giovani è stato un nonno che ci ha voluto bene.

Cosa ha fatto per noi per questa comunità?
Ci ha voluto bene. Quello che ha fatto l’ha fatto con la sua presenza: una presenza affidabile, autorevole, una persona visibilmente in comunione con Gesù, affezionata a Gesù, e per questo ha potuto portare Gesù alle persone e portare le persone a Gesù.
Dio per volerci bene ci ha dato Gesù. Gesù per volerci bene ci ha dato la chiesa, ha fatto famiglia con noi. La famiglia che vive la casa come l’altare da cui trae intelligenza e forza per affrontare insieme le circostanze e gli ambienti di vita. Una famiglia bella e accogliente in una chiesa bella e accogliente. L’opera di restauro della chiesa, sostenuta negli anni ’90 con la collaborazione di laici e il beneficio di benefattori, testimonia questo spirito di padre che restaura la casa perché sia bello vivere insieme e accogliere meglio tutti.
lo sono arrivato dopo il restauro e in questi ultimi anni, le ridotte possibilità di intervento fisico hanno rammaricato don Arnaldo di non potere come voleva lui dare una mano più utile. Ma ha continuato a volerci bene. Don Arnaldo anche da anziano ha fatto la cosa più bella: ha continuato a volerci bene.
Mi hai confidato la nipote che poco prima di morire ha espresso queste parole: mi dispiace di non essere piu utile alla parrocchia come vorrei e di aiuto a don Franco: è proprio una bella realtà di Chiesa quella che sta vivendo a Crescenzago.

Cosa ha fatto la nostra comunità per Don Arnaldo?
Gli ha voluto bene: l’ha accolto come Parroco in azione e poi come residente con incarichi pastorali. Tutto questo detto senza retorica e formalismo è stato vissuto con una stima e rispetto per la sua persona saggia e affidabile, mettendogli a disposizione un’abitazione decorosa e offrendogli una disponibilità di servizio perché anche nella vecchiaia potesse stare con noi in una situazione confortevole.
La nostra comunità lo ha accolto come un padre fino a diventare nonno da ascoltare, da guardare, se necessario da accudire, sempre da amare.

In tutto questo riconosciamo cosa ha fatto e cosa fa Dio. Come dice il nostro arcivescovo tutto è dono, viviamo di una vita ricevuta.
Dio non ha non ha fatto mancare a Don Arnaldo il dono della fede cioè la conoscenza di Gesù. Quella fede ricevuta nel Battesimo e in cui era stato accompagnato dall’educazione familiare, ha avuto nell’esperienza viva della chiesa, attraverso l’incontro con il servo di Dio Don Luigi Giussani una persuasa convinzione e un fruttuoso sviluppo nel suo apostolato. Gli ha dato altresì “la grazia della testimonianza e della capacità di accogliere e favorire la crescita delle persone attorno a lui: la sua pacatezza, la sua umanità e la sua intelligenza di fede hanno segnato diverse generazioni di uomini e donne che lo hanno incontrato e che, per suo tramite, hanno incontrato Cristo”. Ha educato con la sua umanità a non fare della fede una devozione, ma una presenza nella vita, incoraggiando a vivere la responsabilità: un esempio è il sostegno e la compagnia per I’opera del Circolino. Appassionato della realtà desiderava condividere con tutti la bellezza. Segno di questo amore per l’arte, la passione per il canto e la poesia. Chi non ha letto qualche sua poesia in milanese per far gustare le feste.

Chiediamo a Dio il dono che don Arnaldo ha voluto servire più di tutti e che sempre ha domandato: la carità suprema dell’unità. È la preghiera di Cristo che lui ci consegna “Grazie Signore perché mi hai dato in tuo nome tanti fratelli per venire sino a te”. L’altra sera alla processione eucaristica abbiamo cantato “amate fino alla fine, fate questo in memoria di me”. Chiediamo per intercessione di Don Arnaldo di stare uniti a Gesù perché questo ci rende un cuor solo e un’anima sola e ci salva da qualsiasi paura.

Cristo ha vinto! È I’ esperienza a gridarlo!

Termino riportando una considerazione di don Arnaldo citata anche da Prosperi: “È l’esperienza quella che ci fa dire che Cristo dà più gusto a tutto, ‘sia che mangiate, sia che beviate’; sia che lavoriate, sia che siate in vacanza; ma questo ci è voluto del tempo per capirlo. Allora finalmente ho capito che nel movimento, io non avevo incontrato una tecnica, ma avevo incontrato una Grazia”.

Grazie perché questo ci è diventato più familiare e desiderabile.
Abbiamo incontrato un amico, un padre e un nonno e con lui la vita come esperienza di unità. Grazie!

Leggi la lettera dell’Arcivescovo Mario Delpini inviata alla nostra Comunità